Dying Light XONE
Sparatutto Piattaforma: Xone Sviluppatore: Techland Fonte: Multiplayer |
Techland aveva promesso un survival open con una forte componente parkour e una dualità giorno/notte importante. Dopo averlo giocato in lungo e in largo, possiamo affermare che Dying Light tiene loro fede, incarnandole quasi sempre nel migliori dei modi. Innanzitutto il sistema di movimento: per avere maggiori chance di sopravvivenza tra i pericoli della superiorità numerica nemica o in grado di raggiungerlo velocemente ovunque, Kyle può dar fondo alla sua spiccata agilità e percorrere come meglio crede il territorio di Harran. Già in fase di preview avevamo rimarcato come l'ispirazione a Mirror's Edge non solo fosse palese, ma avesse sostanzialmente del calligrafico. Il gioco parte difatti proprio da quelle basi, adottando un sistema di controllo e un set di movimenti che riprendono in toto il titolo DICE (crouch jump e wall run a parte, rispettivamente assente e meno "marcato"): lanciarsi in velocità, arrampicarsi, scavalcare, appoggiarsi a un ostacolo per mantenersi in corsa, scivolare sotto una barriera o rotolare per attutire un atterraggio sono cose che abbiamo già fatto nei panni di Faith e qui diventano un ABC senza i quali non si dura molto. A queste vanno sommate alcune aggiunte, che ampliano ulteriormente l'alfabeto delle possibilità di deambulazione, rendendolo ulteriormente versatile, completo e calzante per il contesto specifico. La prima è la commutazione del tasto per girarsi istantaneamente da strumento per concatenare acrobazie a risorsa grazie a cui ruotare la testa e tenere d'occhio inseguitori in grado di stare al nostro passo. Proprio come in Outlast, solo con la perspicace aggiunta di un rallenti, grazie a cui tentare di decifrare meglio ciò che sta effettivamente accadendo in una scenario dalla complessità notevolmente superiore ed eventualmente scagliare colpi di torcia UV o armi da lancio a chi ci sta col fiato sul collo. |